L'attesissima pellicola "28 anni dopo" (aka "28 Years Later") ha finalmente raggiunto le sale italiane: noi siamo andati a vederla e vogliamo rendervi partecipi (cercando di evitare spoiler... ma vi consigliamo di proseguire nella lettura solo dopo aver visto il film!) delle nostre impressioni... ma vogliamo anche sapere cosa ne pensate voi (anche perchè vogliamo sapere se siamo gli unici a pensarla così), quindi commentate pure!!
Sapete quanto stravediamo per il mondo di 28 giorni dopo ed i suoi "infetti", per cui è con grandi aspettative (e qualche timore) che ci siamo precipitati in sala per vedere la nuova pellicola nata per essere la prima di una trilogia.
Le recensioni in rete parevano entusiastiche: si precisa che chi scrive non le ha lette per non venire influenzato dal giudizio altrui (ed evitare spoiler!!), ma si è limitato a consultare il voto finale... tutto sembrava rose e fiori e quindi il viaggio verso il cinema è stato carico di speranze.
Superato lo shock del costo del biglietto (era tanto che non andavo al cinema, ma 12,50€ è un furto!!) mi subisco la classica mezz'ora di pubblicità e trailer pessimi (ci fosse stato qualcosa di mio gradimento), cosa che mi porta a pensare al canone Rai: si paga per subirsi comunque la pubblicità fracassazebedei. Ok, ora chiudo le polemiche da vecchio!
Ve lo dico subito: il problema di 28 anni dopo è l'aver dimenticato le regole del mondo in cui è ambientato!
Inizia il film e subito scopriamo che l'Europa è stata in grado di bloccare l'infezione sul continente; come sia stato possibile non viene spiegato, ma la cosa ci pare poco sensata data la facilità e la velocità di infezione. A tal proposito ricordiamo come finiva "28 settimane dopo": con gli infetti che sciamavano fuori dalla metropoloitana parigina con lo sfondo della Torre Eiffel ... insomma arrivati ad un punto simile il contagio non sarebbe più arginabile!
La prima scena, vista anche nel primo trailer, è coinvolgente e pare mantenere le promesse: infetti inarrestabili, contagio veloce, nessuna pietà nemmeno per gli innocenti.
Poi ci si sposta nell'isola di Lindisfarne (sì, proprio la sede del monastero su cui, nel 793 si abbattè la prima incursione vichinga di cui si ha menzione), una specie di Mont Saint-Michel britannica, al confine con la Scozia, che grazie alla marea è raggiungibile a piedi solo per brevi periodi giornalieri. Qui gli abitanti hanno potuto resistere all'infezione fortificandosi e ritornando ad usare, da buona tradizione inglese (ricordata con numerosi spezzoni di film della prima metà dello scorso secolo), arco e frecce per difendere le mura e la vita di chi doveva abbandonarle per ricerca di risorse.
Proprio come nel medioevo i giovani maschi vengono addestrati all'uso delle armi così da essere pronti per il pasaggio all'età adulta: il cui rituale è l'uscita dalle sicure mura per raggiungere la costa britannica e, sotta la guida di mentori esperti, avere il proprio battesimo del fuoco nei territori in mano agli infetti... e qui troviamo un'altra incongruenza con il mondo che ci era stato presentato nelle precedenti pellicole: come fanno ad essercene ancora, dopo 28 anni, se già alla fine del primo film si vedevano morire di stenti (perchè il virus li portava a muoversi di continuo, senza nutrirsi, in cerca di nuove vittime da infettare) mentre nel secondo erano dati ormai per quasi del tutto scomparsi per il motivo appena elencato?!?
Scopriamo così che gli infetti si sono evoluti (ma anche involuti in alcuni casi): i primi che si incontrano sono chiamati "bassi lenti", striscianti e per nulla veloci (sembrano delle grasse larve che vivono mangiando insetti), mentre la tipologia che già conosciamo ha visto esemplari trasformarsi fisicamente e mentalmente, diventando "Alfa", cioè infetti affetti da gigantismo e ipertrofia muscolare, capaci di guidare gli altri in caccia (la "nascita" di un Alfa la vediamo nella scena iniziale, all'interno della chiesa).
Anche nel comportamento degli infetti troviamo alcune devianze dagli standard dei precedenti capitoli: vediamo uno dei "bassi lenti" scappare per evitare di essere ucciso (!!) mentre in un caso uno dei veloci (non un Alfa) si comporta più come un animale, pensando prima alla propria situazione anzichè alla sua biologica missione di diffusione del contagio.
Con un cambio di rotta, rispetto a quanto ricordato poco sopra dei precedenti film, la regia ci mostra i "nuovi infetti" intenti a cercare nutrimento nella natura (caccia di gruppo dei cervidi o sessioni di pesca con le mani) e quasi completamente nudi, cosa compatibile con la vita selvaggia in balia degli elementi atmosferici (le battute sul batacchio degli Alfa che, durante l'inseguimento, spaventava quanto la paura dell'infezione si sprecavano in sala).
Cosa interessante: forme di ritualità sono nate sia tra i sopravvissuti che, in maniera inconscia, tra gli infetti, ma non diremo altro sulla trama, se non che segue la storia ed i problemi di una famiglia (padre, madre e figlio) con le conseguenti incomprensioni che portano a scelte sbagliate e pericolose.
Sempre splendide le scene di fuga dagli infetti, lo stile che abbiamo amato nei precedenti capitoli è rimasto invariato!
Continuando ad analizzare il canone un'altra cosa che assolutamente non comprendiamo è come ora l'infezione sembri più difficile da contrarre: se nel primo film anche solo guardare in alto poteva portare a beccarsi una goccia di sangue infetto in un occhio, con conseguente trasformazione immediata, ora sembra quasi che la dea bendata aiuti i sopravvissuti ad evitare ogni schizzo di sangue (che si tratti della bava/vomito degli infetti così come del risultato di un colpo dato a distanza ravvicinata).
Qualcos'altro stona? Beh, troviamo anche: dei militari (visti nel secondo trailer) ben armati, ma assolutamente incapaci di mettere in atto una semplice formazione difensiva; leggi della fisica che vanno a farsi friggere solo per avere un deus ex machina capace di risolvere una scena (mi riferisco alla stazione di servizio) ed infine un gruppetto di sopravvissuti che sembrano usciti da un episodio dei Power Rangers (ma di questi ne sapremo di più con il prossimo capitolo, "28 Years Later: The Bone Temple", in uscita il 16 gennaio 2026).
GIUDIZIO FINALE: anche se in questa sede ho elencato le cose che mi hanno fatto storcere il naso non posso dire che il film sia brutto, è certamente godibile, ma solo se considerato come un'opera a sè, non inserita nel canone di "28 giorni dopo". Il primo film è senza dubbio un capolavoro inarrivabile, ma una maggior coerenza con il mondo creato avrebbe senza dubbio aiutato a gustarsi meglio questa pellicola che intrattiene, offrendo anche alcuni momenti capaci di far saltare sulla sedia, ma l'ascia l'amaro in bocca per l'occasione sprecata.
Voto: 7/10
Sapete quanto stravediamo per il mondo di 28 giorni dopo ed i suoi "infetti", per cui è con grandi aspettative (e qualche timore) che ci siamo precipitati in sala per vedere la nuova pellicola nata per essere la prima di una trilogia.
Le recensioni in rete parevano entusiastiche: si precisa che chi scrive non le ha lette per non venire influenzato dal giudizio altrui (ed evitare spoiler!!), ma si è limitato a consultare il voto finale... tutto sembrava rose e fiori e quindi il viaggio verso il cinema è stato carico di speranze.
Superato lo shock del costo del biglietto (era tanto che non andavo al cinema, ma 12,50€ è un furto!!) mi subisco la classica mezz'ora di pubblicità e trailer pessimi (ci fosse stato qualcosa di mio gradimento), cosa che mi porta a pensare al canone Rai: si paga per subirsi comunque la pubblicità fracassazebedei. Ok, ora chiudo le polemiche da vecchio!
Ve lo dico subito: il problema di 28 anni dopo è l'aver dimenticato le regole del mondo in cui è ambientato!
Inizia il film e subito scopriamo che l'Europa è stata in grado di bloccare l'infezione sul continente; come sia stato possibile non viene spiegato, ma la cosa ci pare poco sensata data la facilità e la velocità di infezione. A tal proposito ricordiamo come finiva "28 settimane dopo": con gli infetti che sciamavano fuori dalla metropoloitana parigina con lo sfondo della Torre Eiffel ... insomma arrivati ad un punto simile il contagio non sarebbe più arginabile!
28 Weeks Later - Ending
La prima scena, vista anche nel primo trailer, è coinvolgente e pare mantenere le promesse: infetti inarrestabili, contagio veloce, nessuna pietà nemmeno per gli innocenti.
Poi ci si sposta nell'isola di Lindisfarne (sì, proprio la sede del monastero su cui, nel 793 si abbattè la prima incursione vichinga di cui si ha menzione), una specie di Mont Saint-Michel britannica, al confine con la Scozia, che grazie alla marea è raggiungibile a piedi solo per brevi periodi giornalieri. Qui gli abitanti hanno potuto resistere all'infezione fortificandosi e ritornando ad usare, da buona tradizione inglese (ricordata con numerosi spezzoni di film della prima metà dello scorso secolo), arco e frecce per difendere le mura e la vita di chi doveva abbandonarle per ricerca di risorse.
Proprio come nel medioevo i giovani maschi vengono addestrati all'uso delle armi così da essere pronti per il pasaggio all'età adulta: il cui rituale è l'uscita dalle sicure mura per raggiungere la costa britannica e, sotta la guida di mentori esperti, avere il proprio battesimo del fuoco nei territori in mano agli infetti... e qui troviamo un'altra incongruenza con il mondo che ci era stato presentato nelle precedenti pellicole: come fanno ad essercene ancora, dopo 28 anni, se già alla fine del primo film si vedevano morire di stenti (perchè il virus li portava a muoversi di continuo, senza nutrirsi, in cerca di nuove vittime da infettare) mentre nel secondo erano dati ormai per quasi del tutto scomparsi per il motivo appena elencato?!?
Due infetti in fin di vita nelle scene finali di "28 giorni dopo"
Scopriamo così che gli infetti si sono evoluti (ma anche involuti in alcuni casi): i primi che si incontrano sono chiamati "bassi lenti", striscianti e per nulla veloci (sembrano delle grasse larve che vivono mangiando insetti), mentre la tipologia che già conosciamo ha visto esemplari trasformarsi fisicamente e mentalmente, diventando "Alfa", cioè infetti affetti da gigantismo e ipertrofia muscolare, capaci di guidare gli altri in caccia (la "nascita" di un Alfa la vediamo nella scena iniziale, all'interno della chiesa).
Anche nel comportamento degli infetti troviamo alcune devianze dagli standard dei precedenti capitoli: vediamo uno dei "bassi lenti" scappare per evitare di essere ucciso (!!) mentre in un caso uno dei veloci (non un Alfa) si comporta più come un animale, pensando prima alla propria situazione anzichè alla sua biologica missione di diffusione del contagio.
Un Alfa all'inseguimento, si notino le dimensioni rispetto ai soggetti in fuga.
Con un cambio di rotta, rispetto a quanto ricordato poco sopra dei precedenti film, la regia ci mostra i "nuovi infetti" intenti a cercare nutrimento nella natura (caccia di gruppo dei cervidi o sessioni di pesca con le mani) e quasi completamente nudi, cosa compatibile con la vita selvaggia in balia degli elementi atmosferici (le battute sul batacchio degli Alfa che, durante l'inseguimento, spaventava quanto la paura dell'infezione si sprecavano in sala).
Cosa interessante: forme di ritualità sono nate sia tra i sopravvissuti che, in maniera inconscia, tra gli infetti, ma non diremo altro sulla trama, se non che segue la storia ed i problemi di una famiglia (padre, madre e figlio) con le conseguenti incomprensioni che portano a scelte sbagliate e pericolose.
Sempre splendide le scene di fuga dagli infetti, lo stile che abbiamo amato nei precedenti capitoli è rimasto invariato!
Continuando ad analizzare il canone un'altra cosa che assolutamente non comprendiamo è come ora l'infezione sembri più difficile da contrarre: se nel primo film anche solo guardare in alto poteva portare a beccarsi una goccia di sangue infetto in un occhio, con conseguente trasformazione immediata, ora sembra quasi che la dea bendata aiuti i sopravvissuti ad evitare ogni schizzo di sangue (che si tratti della bava/vomito degli infetti così come del risultato di un colpo dato a distanza ravvicinata).
Qualcos'altro stona? Beh, troviamo anche: dei militari (visti nel secondo trailer) ben armati, ma assolutamente incapaci di mettere in atto una semplice formazione difensiva; leggi della fisica che vanno a farsi friggere solo per avere un deus ex machina capace di risolvere una scena (mi riferisco alla stazione di servizio) ed infine un gruppetto di sopravvissuti che sembrano usciti da un episodio dei Power Rangers (ma di questi ne sapremo di più con il prossimo capitolo, "28 Years Later: The Bone Temple", in uscita il 16 gennaio 2026).
GIUDIZIO FINALE: anche se in questa sede ho elencato le cose che mi hanno fatto storcere il naso non posso dire che il film sia brutto, è certamente godibile, ma solo se considerato come un'opera a sè, non inserita nel canone di "28 giorni dopo". Il primo film è senza dubbio un capolavoro inarrivabile, ma una maggior coerenza con il mondo creato avrebbe senza dubbio aiutato a gustarsi meglio questa pellicola che intrattiene, offrendo anche alcuni momenti capaci di far saltare sulla sedia, ma l'ascia l'amaro in bocca per l'occasione sprecata.
Voto: 7/10
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